Intervista con Alithia Maltese: insegnante di Kinbaku e sessualità alternativa

Intervista con Alithia Maltese: insegnante di Kinbaku e sessualità alternativa

alithia maltese intervista

Oggi facciamo quattro chiacchiere con Alithia Maltese: insegnante di kinbaku ed educatrice di sessualità alternativa.

Il bondage è una delle fantasie erotiche più diffuse, è la pratica in cui si limita o si impedisce temporaneamente la possibilità di movimento di una persona e/o la sua capacità sensoriale.

Il kinbaku, detto anche shibari, è una forma di rope bondage, quindi bondage fatto con le corde, ed è nato nello scorso secolo in Giappone.

La corda si adatta facilmente a ogni situazione, indipendentemente dal tipo di gioco. Oltre a immobilizzare e creare senso di costrizione, la corda può essere utilizzata per adattarsi al corpo della persona legata, seguirne le forme, esaltarle, cosa che di rado è possibile fare con strumenti come polsiere e cavigliere.

L’obiettivo di chi pratica il kinbaku è condividere ogni volta un’esperienza unica col partner, trovare con le corde un modo per comunicare, procurare e trarre piacere tramite la costrizione, con posizioni e legature che provocano sensazioni molto intense nella persona che viene legata.


> Com'è nata questa passione?

Da piccola amavo legare le cose. Usavo quella che doveva essere una corda per saltare: sedie, tavoli, bottiglie, niente poteva stare al suo posto. Costruivo fortini, tende, castelli. Raggiunta la maturità sessuale ho iniziato a fantasticare di legare le persone.

Nel giro di poco tempo la fantasia è diventata realtà. Sentivo, però, che mancava qualcosa. Usare sciarpe e cinture non era così soddisfacente. Giocare con la cera e fare rough sex con le persone che frequentavo non raccontava tutto di me.

Inoltre avevo bisogno di parlare con qualcuno che avesse i miei stessi istinti, avevo bisogno di confronto. Così ho chiesto consiglio a un’amica che sapevo avere i miei stessi interessi e lei mi ha suggerito di iscrivermi a FetLife, un social network dedicato al BDSM che conta quasi nove milioni di iscritti in tutto il mondo.

Qui ho scoperto dell’esistenza della comunità torinese, dei party e dei corsi di bondage. Era il 2014. Nel 2015 ho cominciato a frequentare i corsi di bondage di quelli che sono ancora oggi i miei maestri e da lì non ho più smesso.

alithia maltese intervista


Quali sono le qualità che rendono professionale un professionista?

Purtroppo non esiste una laurea in BDSMmologia.

Ci sono tante persone che improvvisano ed è facile farsi notare parlando di argomenti comunemente ritenuti bizzarri. Personalmente ho deciso di studiare e prepararmi con l’aiuto di professionisti (psicologi, sessuologi, insegnanti di bondage), dato che mi occupo di tematiche piuttosto delicate.

Per quanto riguarda lo shibari esistono delle certificazioni solo relativamente agli stili: se vuoi avvalerti del titolo di istruttore di un determinato stile dovrai superare un esame con il maestro che ha ideato o che porta avanti quella tecnica.

L’unico modo per avere informazioni sull'affidabilità di corsi, educatori ed educatrici è attraverso la propria comunità locale. Tuttavia ci sono degli elementi che per me contraddistinguono un professionista: preparazione, continuare sempre a studiare e aggiornarsi, serietà, svolgere la propria attività con competenza ed efficienza, chiarezza nella comunicazione.


> Quali tipi di persone vedi avvicinarsi maggiormente al bondage?

Non è possibile tracciare un profilo preciso perché il bondage e in generale il BDSM è trasversale, attraversa tutte le età, i ceti sociali, i generi, un po’ come la sessualità, può riguardare chiunque.

Posso dire, però, che la maggior parte dei miei studenti sono persone tra i 25 e i 40 anni (persone più giovani spesso sono interessate ma non possono permettersi uno studio continuativo per via dei costi dei corsi e dei materiali, mentre persone più grandi sono spesso impegnate con la famiglia o col lavoro e difficilmente riescono a organizzarsi).





> Come vedi la maturazione della comunità bondage?

Con il passare degli anni c’è una consapevolezza sempre maggiore, meno persone si improvvisano. Per esempio quando io ho cominciato a praticare in privato, ovvero quando ho cominciato ad essere sessualmente attiva, non sapevo neanche che quello che stavo facendo, ovvero immobilizzare il partner, avesse un nome.

Solo molti anni dopo ho scoperto l’esistenza di social network, eventi pubblici e corsi.

Adesso è molto più semplice trovare dei corsi, basta una ricerca online, e c’è molta più offerta. Si è passati da praticare provando a tentoni nel segreto della propria stanzetta a partecipare a eventi pubblici.

alithia maltese intervista


> Come separi il lavoro dalla tua vita personale?

È molto difficile separare il lavoro dalla vita privata nel mio caso: la maggior parte dei miei amici, come la maggior parte dei miei studenti, fanno parte della community BDSM, di cui io sono una degli organizzatori qui a Torino.

Il mio compagno è un kinkster, la mia partner e le mie migliori amiche sono mie collaboratrici. Inoltre legare è la cosa che più amo al mondo quindi lo farei in continuazione, dentro e fuori dalle lezioni. Per il mio compleanno a casa avevamo una performance di bondage di miei studenti e quasi tutto il mio staff.

Capita di parlare di lavoro durante una cena come capita di uscire insieme ai miei studenti dopo un corso. La mia è un’attività strettamente legata alla sessualità, alla comunità, alla sfera personale e personalmente trovo forza in questo, la mia rete sociale è la mia risorsa più grande sia nella vita privata che nel lavoro.

A volte può essere stancante, soprattutto quando la maggior parte delle lezioni avvenivano nel mio studio, che è in casa mia e del mio compagno. Adesso, proprio per cercare di avere più spazio, più intimità, ho spostato la maggior parte delle mie attività a scuola, uno spazio condiviso con associazioni che si occupano di performing art, e ho stabilito delle regole quali rispondere al telefono solo a determinati orari, non rispondere sempre immediatamente a tutti interrompendo quello che sto facendo, non guardare il telefono mentre sono in palestra o a cena o se sono fuori per il weekend.

Sembrano cose banali ma quando ho cominciato ero completamente assorbita, ho dovuto inventarmi dei modi per staccare un po’.


> Qual è la parte che preferisci del tuo lavoro?

La parte che amo di più è condividere la crescita dei miei studenti, vederli progredire, vedere come questo impatta sulle loro vite, sulle loro relazioni. Tra i miei studenti ci sono delle coppie che hanno figli piccoli.

Per loro venire a lezione vuol dire prendersi del tempo dedicato alla coppia, costruire un’intimità nuova, riscoprirsi in una nuova complicità. Pochi giorni fa una studentessa mi ha scritto: “Voglio diventare una brava rigger (rigger è la persona che lega), mi hai aperto un mondo”.

Un’altra mi ha detto: “Devo ringraziarvi tantissimo per questo lavoro di comunità nel BDSM, mi sento un sacco a casa”.

Riconoscimenti come questi mi danno sicurezza, mi fanno capire che sto andando esattamente nella direzione che mi ero prefissa all’inizio di tutto questo: permettere alle persone di avvicinarsi al BDSM e al bondage nella maniera più sicura possibile, sfruttandone gli strumenti per migliorare la qualità delle proprie relazioni.


> Che consigli ti senti di dare a chi decide di avvicinarsi a questo hobby?

Non improvvisate.

Si possono provare legature semplici, ai polsi, alle caviglie, ma per fare cose più strutturate ci vogliono conoscenze specifiche o si rischia di fare male. Piuttosto invece di utilizzare le corde provate con del nastro da bondage, o usate altri strumenti come le classiche manette, cavigliere, polsiere, ci sono un sacco di strumenti con cui si può fare bondage oltre alle corde.

Se invece vi piace l’idea di legare, costruire una comunicazione nuova attraverso le corde, avete voglia di imparare e mettervi in gioco, allora seguite dei corsi e chiedete referenze sulla persona da cui volete imparare.
A prescindere dallo strumento che sceglierete ricordate sempre che quello che state facendo lo state facendo per il piacere proprio e altrui, alla base del BDSM c’è il consenso.

Non forzate mai nessuno e non permettete mai a nessuno di farvi fare cose che non desiderate fare.


alithia maltese intervista


> Avete eventi o workshop nel prossimo periodo?

Abbiamo il TNG, The Next Generation, incontro informale per persone tra i 18 e i 35 anni che siano interessate al BDSM, ogni quarto venerdì del mese. A Torino io sono fondatrice e organizzatrice di questo evento.

Per persone dai 18 anni in su (senza il limite dei 35 anni, quindi) c’è il munch aperitivo informale per persone interessate al BDSM, ogni secondo mercoledì del mese.

Per chi vuole assistere a delle sessioni ogni ultimo venerdì del mese c’è il party Desiderio e Castigo, in cui io sono resident rigger, quindi è possibile vedermi legare, in genere insieme alla mia partner.

Le lezioni private con me sono su prenotazione, quindi non hanno date fisse, mentre i corsi e le altre attività da me organizzate relativamente al bondage si tengono sempre nel weekend.
A Torino abbiamo un calendario molto fitto! Per rimanere aggiornati o per sapere quali sono gli eventi più vicini alle città dei lettori basta contattarmi in privato su Instagram o tramite mail:
alithiamaltese@gmail.com.


Grazie mille Alithia!
Se volete seguirla sui social la trovate su instagram a nome
@alithiamaltese!

← Post precedenti Nuovi post →



Lascia un commento